IL FEDERALISTA

rivista di politica

 

Sperare in una permanenza di armonia tra molti Stati indipendenti e slegati sarebbe trascurare il corso uniforme degli avvenimenti umani e andar contro l'esperienza accumulata dal tempo.

Hamilton, The Federalist

Anno XVIII, 1976, Numero 2-3, Pagina 183

 

 

PROPOSTA DI SISTEMI ELETTORALI
PER L’ELEZIONE EUROPEA IN ITALIA
 
 
Riteniamo opportuno — in considerazione della risonanza che ha avuto negli ambienti specializzati — pubblicare il testo della proposta di sistemi elettorali per l’elezione europea in Italia elaborata e diffusa dal Movimento federalista prima dell’ultimo Consiglio europeo del Lussemburgo.
Si tratta di proposte avanzate in vista del progetto Patijn — che era allora il solo sul tappeto —ma che non implicano alcuna opzione politica in favore di questo o quel progetto. Il criterio che ci guida rimane sempre quello di appoggiare la formula elettorale che ha più chances di essere approvata e ratificata dai Nove, e quindi di consentire che si tengano le elezioni europee nel maggio-giugno 1978. Di fronte a questa esigenza primordiale, la discussione dei vantaggi e degli svantaggi delle varie soluzioni tecniche passa in secondo piano.
Possiamo comunque ricordare che, qualora nel prossimo Consiglio europeo prevalesse la posizione francese e i deputati da eleggere in Italia fossero soltanto 36, il secondo dei metodi illustrati sarebbe ancora proponibile. Né riteniamo preclusive le obiezioni da noi avanzate nel preambolo della proposta nei confronti del collegio unico nazionale, che peraltro avrebbe il vantaggio di obbligare i grandi leaders a scendere in campo e a presentare la propria candidatura, elevando così il tono della campagna elettorale e il prestigio del Parlamento.
 
IL PROBLEMA DA RISOLVERE
 
Per un’impostazione corretta del problema del metodo elettorale da applicare per l’elezione europea in Italia occorre tener conto di una serie di esigenze.
La più importante è quella della proporzionalità della rappresentanza, in modo che sia garantita la presenza nel Parlamento europeo di tutte le forze politiche a base nazionale presenti nel Parlamento italiano, senza escludere i partiti minori. In questa prospettiva deve quindi essere escluso a priori il sistema uninominale maggioritario che consentirebbe, in Italia, soltanto l’elezione di candidati della D.C. e del P.C.I. Questa esigenza impone anche di rimanere al di sopra di certe dimensioni minime nella delimitazione delle circoscrizioni elettorali anche in caso di adozione della proporzionale con voto di lista, qualora una parte consistente dei candidati (o a maggior ragione tutti) vengano eletti su base circoscrizionale. Infatti l’adozione di circoscrizioni aventi una cifra di popolazione molto bassa, e alle quali di conseguenza dovrebbe essere attribuito un numero pure molto basso di candidati da eleggere, consentirebbe ad un numero consistente di candidati dei partiti maggiori di passare con quozienti molto inferiori al quoziente nazionale, mentre i partiti minori sarebbero in lizza soltanto nel collegio unico nazionale sulla base di un quoziente molto più elevato, e ne risulterebbero quindi svantaggiati.
La seconda esigenza è quella che la campagna elettorale si possa svolgere secondo modalità simili a quelle delle elezioni nazionali, consentendo un minimo di contatto diretto tra i candidati e l’elettorato, senza rendere determinanti i mass media e quindi senza privilegiare in modo decisivo i grandi leaders. Questa esigenza sconsiglia l’adozione in prima istanza del collegio unico nazionale con lista unica nazionale e in generale suggerisce l’opportunità di articolare l’elezione sulla base di collegi che abbiano la dimensione più ristretta possibile, una volta assicurata la dimensione minima richiesta per garantire la proporzionalità della rappresentanza. La stessa esigenza sconsiglia l’adozione del collegio uninominale — anche se con attribuzione di tutti i seggi in base alla proporzionale nel collegio unico nazionale perché, dato il numero ristretto di seggi attribuiti all’Italia dal progetto di Convenzione approvata dal Parlamento europeo (66), la media dei collegi dovrebbe avere una popolazione di circa 835.000 abitanti, il che configurerebbe una situazione assolutamente abnorme per un’elezione basata su collegi uninominali, la cui funzione specifica è quella di consentire il contatto personale tra i candidati e il loro piccolo corpo elettorale.
Un’ultima esigenza, legata al carattere europeo dell’elezione, è quella di non darle una connotazione troppo marcatamente nazionale. Questa esigenza sconsiglia una volta di più l’adozione in prima istanza del collegio unico nazionale con lista unica nazionale.
Da tutte queste osservazioni pare di poter concludere che la scelta si deve orientare su di un metodo che preveda il voto di lista e l’attribuzione dei seggi con la proporzionale pura in due fasi, la prima a livello di circoscrizioni regionali e la seconda a livello di collegio unico nazionale. Questo risultato si potrà ottenere sia attribuendo a priori un certo numero di seggi alle circoscrizioni regionali e i seggi residui al collegio unico nazionale, sia mediante l’attribuzione, nell’ambito del collegio unico nazionale, dei seggi non attribuiti nelle circoscrizioni ragionali con l’applicazione dei quozienti regionali interi, mediante l’utilizzo dei voti residuati.
 
I DUE METODI PROPOSTI
 
Descriveremo pertanto due possibili sistemi elettorali ispirati a questi principi. Il sistema n. 1 riproduce, con sostanziali varianti, il sistema in vigore nella Repubblica Federale Tedesca per l’elezione dei deputati al Bundestag. La variante principale — che ne implica numerose altre — consiste nella sostituzione ai collegi uninominali previsti dal sistema tedesco di collegi con voto di lista e attribuzione dei seggi in base alla proporzionale.
Il sistema n. 2 ricalca strettamente quello in vigore in Italia per le elezioni dei Consigli regionali delle regioni a statuto ordinario, con la sola variante che il quoziente regionale si calcola dividendo la cifra elettorale di tutte le liste per il numero dei seggi assegnati al collegio anziché per questo stesso numero aumentato di una unità. Si noti a questo proposito che le elezioni regionali italiane presentano caratteristiche analoghe a quelle delle elezioni europee in Italia, nei termini previsti dal progetto di convenzione del Parlamento europeo, in quanto anche nel caso delle regionali si tratta di eleggere, sulla base di circoscrizioni provinciali, un numero di consiglieri che varia da 30 a 80, e che quindi è dello stesso ordine di grandezza del numero di deputati attribuiti all’Italia dal progetto di convenzione.
 
IL PROBLEMA DELLE CIRCOSCRIZIONI
 
Il problema della dimensione delle circoscrizioni si presenta negli stessi termini per entrambi i sistemi. Dato il numero di seggi attribuito all’Italia (66) e la popolazione italiana (55.155.993 abitanti) si ha un rapporto di 835.696 abitanti per ogni deputato da eleggere. Questo dato è sufficiente ad escludere che le circoscrizioni elettorali, in entrambi i sistemi, possano coincidere con le regioni storiche, se si vuole evitare da un lato l’adozione del collegio uninominale e dall’altro marcate distorsioni della proporzionalità.
È da ritenere quindi che la soluzione migliore sia quella di formare collegi pluriregionali. Ecco un’ipotesi plausibile di divisione del territorio italiano in circoscrizioni pluriregionali e di attribuzione dei seggi alle stesse — nei due sistemi — in base alla popolazione. L’attribuzione è stata fatta sulla base dei dati relativi alla popolazione residente nell’anno 1973. Si tenga presente comunque che la stessa ripartizione è stata mantenuta anche nell’applicazione dei due sistemi ai dati delle elezioni politiche del 1972 perché essa è in accordo anche con i dati del Censimento del 1971.
 
Esempio di divisione del territorio italiano in circoscrizioni pluriregionali e di ripartizione tra di esse dei seggi secondo i due sistemi proposti.
 
n. della circoscri-zione
Regioni comprese nella circoscrizione
Popolazione totale
Seggi con sist. N. 1
Seggi con sist. N.2
1
Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria
6.470.939
4
8
2
Lombardia
8.711.765
5
10
3
Veneto, Trentino A.A. e Friuli-Venezia-Giulia
6.299.147
4
8
4
Emilia-Romagna e Marche
5.274.659
3
6
5
Toscana e Umbria
4.313.209
2
5
6
Lazio
4.810.340
3
6
7
Abruzzi, Molise e Puglie
5.193.106
3
6
8
Campania, Calabria e Basilicata
7.795.367
5
9
9
Sicilia e Sardegna
6.287.461
4
8
 
 
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DEI DUE SISTEMI PROPOSTI
 
SISTEMA N. 1
Ripartizione dei seggi. Si attribuisce la metà dei seggi da coprire ai collegi regionali e il residuo ad un collegio unico nazionale. I seggi assegnati ai collegi regionali si ripartiscono tra gli stessi in proporzione alla popolazione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
Presentazione delle liste e modo di votazione. Ogni partito presenta liste diverse in ogni collegio. Si esprime voto di lista con facoltà di dare un certo numero di preferenze.
Computo dei voti e determinazione dei candidati eletti. Fase circoscrizionale.
—   Si determina la cifra elettorale di ciascuna lista.
—   Si ripartiscono i seggi attribuiti alla circoscrizione tra le liste in base alla cifra elettorale di ciascuna lista. A tal fine si divide il totale delle cifre elettorali di tutte le liste per il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione ottenendo così il quoziente elettorale circoscrizionale. Si attribuiscono quindi i seggi alle diverse liste sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. Risultano eletti per ogni lista i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze.
Fase nazionale.
—   Si determina la cifra elettorale nazionale di ciascun partito, sommando le cifre elettorali regionali delle liste presentate dallo stesso.
—   Si ripartiscono i seggi attribuiti all’Italia tra i partiti in base alla cifra elettorale nazionale di ciascun partito. A tal fine si divide il totale delle cifre elettorali nazionali di tutti i partiti per il numero dei seggi assegnati all’Italia, ottenendo così il quoziente elettorale nazionale. Si attribuiscono quindi i seggi ai diversi partiti sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
I seggi così attribuiti sono comprensivi di quelli già attribuiti a livello circoscrizionale.
—   Per determinare i candidati eletti nel collegio unico nazionale si procede per ogni partito come segue: si stabilisce il numero di candidati residui da eleggere sottraendo dal numero totale di seggi ottenuti dal partito il numero dei seggi ottenuti dallo stesso a livello circoscrizionale. Si sottrae per ogni circoscrizione dalla cifra elettorale circoscrizionale di ciascun partito tante volte il quoziente elettorale nazionale quanti sono i candidati di quel partito risultati eletti a livello circoscrizionale, ottenendo così la cifra dei voti residuati. Si divide questa cifra per il totale delle cifre elettorali di tutte le liste nella circoscrizione, ottenendo il resto ponderato. Si ripete l’operazione sottraendo un’altra volta dalla cifra elettorale circoscrizionale del partito il quoziente elettorale nazionale e dividendo come sopra fino a che la cifra dei voti residuati resta positiva. Si ordinano i resti ponderati così ottenuti per ogni partito in tutte le circoscrizioni. Si attribuiscono quindi i seggi ottenuti dal partito nel collegio unico nazionale ai candidati che hanno i resti ponderati più elevati.
 
Esempio numerico
—   Seggi attribuiti allo Stato: 20
—   Votanti (posti come eguali ai voti validi espressi): 1.300.000
—   Collegi regionali: 3 (1, 2, 3)
—   Partiti: 4 (A, B, C, D)
Attribuzione dei seggi nei collegi regionali
Collegio n. 1
Votanti: 600.000
Seggi attribuiti al collegio: 5
Voti ottenuti dai partiti e preferenze ottenuti dai candidati: Voti: A: 246.000 (41 %) B: 156.000 (26%) C: 90.000 (15%) D: 108.000 (18 %)
Preferenze (si indicano per brevità solo per il partito A): 1Aa: 26.000, 1Ab 20.000, 1Ac: 12.000, 1Ad: 8.500, 1Ae: 4.200
Quoziente circoscrizionale: 600.000: 5 = 120.000
Seggi ottenuti:                 A seggi 2 (candidati eletti 1Aa, 1Ab)
                                      B seggi 1
                                      C seggi 1
                                      D seggi 1
Collegio n. 2
Votanti: 400.000
Seggi attribuiti al collegio: 3
Voti ottenuti dai partiti e preferenze ottenuti dai candidati: Voti: A: 112.000 (28%), B: 148.000 (37%), C: 100.000 (25 %), D: 40.000 (10%)
Preferenze (c.s.): 2Aa: 9.000, 2Ab: 7.500, 2Ac: 5.000, 2Ad: 2.000, 2Ae: 750 Quoziente circoscrizionale: 400.000: 3 = 133.333
Seggi ottenuti:                 A seggi 1 (candidato eletto 2Aa)
                                      B seggi 1
                                      C seggi 1
                                      D seggi 0 
Collegio n. 3
Votanti: 300.000
Seggi attribuiti al collegio: 2
Voti ottenuti dai partiti e preferenze ottenuti dai candidati: Voti: A: 160.500 (53,5%), B: 84.000 (28%), C: 48.000 (16%), D: 7.500 (2,5%)
Preferenze (c.s.): 3Aa: 10.500, 3Ab: 8.000, 3Ac: 6.000, 3Ad: 3.500, 3Ae: 1.000
Quoziente circoscrizionale: 300.000: 2 = 150.000
Seggi ottenuti:                 A seggi 1 (candidato eletto: 3Aa)
                                      B seggi 1
                                      C seggi 0
                                      D seggi 0
Totale dei seggi ottenuti nei collegi regionali
                                      A seggi 4
                                      B seggi 3
                                      C seggi 2
                                      D seggi 1
Attribuzione dei seggi nel collegio unico nazionale
Quoziente nazionale: 1.300.000:20 = 65.000
Si determina il numero totale dei seggi da attribuire a ciascun partito in base alla proporzionale pura ed al metodo dei resti maggiori.
A n. totale voti 518.500 (39,9 %): 65.000 = 7 (resto 63.500)
B n. totale voti 388.000 (29,8 %): 65.000 = 5 (resto 63.000)
C n. totale voti 238.000 (18,3%): 65.000 = 3 (resto 43.000)
D n. totale voti 155.500 (12,0%): 65.000 = 2 (resto 25.500)
I tre seggi restanti vengono attribuiti, in base al calcolo dei resti maggiori, rispettivamente ad A, B e C.
Numero totale dei seggi attribuiti ai diversi partiti:
                            A: 8,         B: 6,        C: 4,         D: 2
Nei totali così ottenuti si devono computare i seggi già assegnati su base regionale. Restano pertanto da coprire: 4 seggi per A; 3 seggi per B; 2 seggi per C; 1 seggio per D.
Esempio di determinazione degli eletti (per il solo partito A)
Calcolo dei resti ponderati: Collegio n. 1
n. deputati eletti nel Collegio regionale: 2 x quorum nazionale (65.000) = 130.000.
Resto assoluto (246.000) – 130.000 = 116.000 : 600.000 (n. voti validi espressi nel collegio) = 0,1933;
resto ponderato successivo:
116.000 – 65.000 = 51.000 : 600.000 = 0,0850
Calcolo dei resti ponderati: Collegio n. 2
n. deputati eletti nel Collegio regionale: 1 x 65.000 = 65.000
Resto assoluto (112.000) – 65.000 = 47.000 : 400.000 = 0,1175.
Calcolo dei resti ponderati: Collegio n. 3
n. deputati eletti nel Collegio regionale: 1 x 65.000 = 65.000.
Resto assoluto (160.500) – 65.000 = 95.500 : 300.000 = 0,3183;
resto ponderato successivo: 95.500 – 65.000 = 30.500 : 300.000 = 0,1017.
Sono eletti nell’ordine, dopo i candidati eletti a livello regionale: 3Ab, 1Ac, 2Ab, 1Ad.
 
SISTEMA N. 2
Ripartizione dei seggi. Si attribuiscono tutti i seggi disponibili ai collegi regionali in proporzione alla popolazione sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
Presentazione delle liste e modo di votazione. Ogni partito presenta liste diverse in ogni collegio. Si esprime voto di lista con facoltà di dare un certo numero di preferenze.
Computo dei voti e determinazione dei candidati eletti. Fase circoscrizionale.
—   Si determina la cifra elettorale di ciascuna lista.
—   Si ripartiscono i seggi tra le liste in base alla cifra elettorale di ciascuna lista. A tal fine si divide il totale delle cifre elettorali di tutte le liste per il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione, ottenendo cosi il quoziente elettorale circoscrizionale. Si attribuiscono quindi ad ogni lista tanti seggi quante volte il quoziente elettorale risulti contenuto nella cifra elettorale di ciascuna lista. Risultano eletti per ogni lista i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze. I seggi che rimangono non assegnati vengono attribuiti al collegio unico nazionale, al quale confluiscono tutti i voti residui.
Fase nazionale.
—   Si determina il quoziente elettorale nazionale dividendo il numero totale dei voti residuati di tutti i partiti per il numero dei seggi da attribuire.
—   Si dividono i voti residuati di ogni partito per il quoziente elettorale nazionale. Il risultato rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire si assegnano con il metodo dei più alti resti. I seggi così attribuiti a ciascun partito vengono ripartiti tra le liste circoscrizionali del partito seguendo la graduatoria decrescente dei rapporti tra voti residuati e relativo quoziente circoscrizionale.
Esempio numerico (tutti i dati sono uguali a quelli dell’esempio precedente)
Attribuzione dei seggi nei collegi regionali
Collegio n. 1
Quoziente circoscrizionale: 600.000: 9 = 66.667
Seggi ottenuti e resti:       A seggi        3 resto       45.999
                                      B   »           2    »         22.666
                                      C   »           1    »         23.333
                                      D   »           1    »         41.333
                     Totale        »             7    »       133.331
 
Collegio n. 2
Quoziente circoscrizionale: 400.000: 6 = 66.667
Seggi ottenuti e resti:       A seggi        1 resto       45.333
                                      B    »          2    »         14.666
                                      C    »          1    »         33.333
                                      D    »          0    »         40.000
                     Totale         »            4    »       133.332
 
Collegio n. 3
Quoziente circoscrizionale: 300.000: 5 == 60.000
Seggi ottenuti e resti:       A seggi        2 resto       40.500
                                      B    »          1    »         24.000
                                      C    »          0    »         48.000
                                      D    »          0    »           7.500
                         Totale         »            3    »       120.000
 
Attribuzione dei seggi nel collegio unico nazionale
Totale seggi attribuiti al Collegio unico nazionale: 6
Totale voti residuati:          A          131.832
                                      B            61.332
                                      C          104.666
                                      D            88.833
                     Totale                 386.663
Quoziente nazionale: 386.663 : 6 = 64.444.
Attribuzione dei seggi sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti:
                       A 2 seggi,          B 1 seggio,        C 2 seggi,          D 1 seggio
Attribuzione definitiva dei seggi
                   A 8 seggi,          B 6 seggi,         C 4 seggi,        D 2 seggi
Esempio di determinazione degli eletti nel collegio unico nazionale (per il solo partito A)
—   Collegio n. 1:     45.999/66.667 = 0,6900
—   Collegio n. 2:     45.333/66.667 = 0,6800
—   Collegio n. 3:     40.500/60.000 = 0,6750
Risultano eletti 1Ad e 2Ab.

 

 

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