IL FEDERALISTA

rivista di politica

 

Sperare in una permanenza di armonia tra molti Stati indipendenti e slegati sarebbe trascurare il corso uniforme degli avvenimenti umani e andar contro l'esperienza accumulata dal tempo.

Hamilton, The Federalist

Anno LVII, 2015, Numero 1-2, Pagina 119

 

 

UCCISI IN 700 DA UN’EUROPA INTERGOVERNATIVA E DIVISA*

 

 

L’Unione europea dei federalisti è profondamente addolorata per la perdita di oltre 700 vite umane avvenuta in questo fine settimana nel Mediterraneo. Gli europei non dovrebbero dimenticare che si trattava di persone che fuggivano dalla guerra e dalla miseria, che cercavano una vita migliore per sé e per le proprie famiglie, attratte dai valori e dalle opportunità incarnati dall’Europa e ingannate da trafficanti senza scrupoli che non hanno esitato a metterne a rischio la vita per il proprio guadagno,.

Elmar Brok, Presidente dell’Unione europea dei federalisti, nonché membro con la maggiore anzianità di servizio del neo-eletto Parlamento europeo, ha così commentato: “Le divisioni tra gli Stati membri ed il metodo intergovernativo impediscono all’Unione europea di sviluppare un sistema d’azione efficace nel campo dell’emigrazione e una politica estera e di sicurezza capace di contribuire alla stabilizzazione del Nord Africa. Fatti come quello accaduto in questo fine settimana dimostrano che solo una vera azione europea può porre fine a questa tragedia che dura da cinque anni ai confini della nostra Unione. Finché l’Unione rimarrà divisa e priva di poteri e risorse sufficienti, migliaia di vite umane continueranno ad essere perdute.”

Nel 2014 più di 3500 persone sono morte in mare cercando di raggiungere le coste europee, e quest’anno il prezzo supera già le 1500. E’ inaccettabile che dopo quindici anni di cooperazione nel campo dell’immigrazione e nonostante le numerose richieste di azione e dichiarazioni da parte del Parlamento europeo, della Commissione, del Consiglio e dell’Alto Commissario per i rifugiati dell’ONU (UNHCR), l’Unione europea non sia ancora in grado di dare una risposta forte ed efficace alla tragedia umanitaria che si sta consumando ai nostri confini dall’inizio della primavera araba e della guerra civile in Siria; e che contini ad essere incapace di affrontare alla radice le cause di questi movimenti di massa. La divisione tra gli Stati membri e l’insufficienza dei poteri e delle risorse a disposizione dell’Unione europea sono alla base di tale immobilismo.

L’UEF chiede con urgenza all’Unione europea di trovare i modi più efficaci per fermare la tragedia che si sta consumando ai suoi confini e per contrastarne le cause. In particolare l’UEF chiede urgentemente:

a. assicurare che le persone che fuggono da conflitti armati e hanno bisogno di protezione internazionale abbiano effettivamente accesso alle procedure legali di asilo (anche nei loro paesi di origine) e non siano costrette a rivolgersi ai trafficanti di uomini, e

b. garantire solidarietà tra gli Stati membri dell’Unione nell’ospitare gli immigrati e coloro che chiedono asilo attraverso un sistema di quote e di contributi proporzionale al prodotto interno lordo e alla popolazione di ciascun paese.

L’UEF chiede anche che l’Unione europea, oltre a fronteggiare le emergenze immediate, progredisca rapidamente verso:

1. una politica europea per l’asilo e l’immigrazione unica, finanziata dal bilancio europeo, con responsabilità e gestione concentrate nelle mani della Commissione;

2. una gestione integrata del sistema di asilo, del controllo delle frontiere esterne, della politica dell’immigrazione e dei flussi migratori basata su di una solidarietà accresciuta, sulla condivisione degli oneri e sull’ottimizzazione dei mezzi europei esistenti, compresa la creazione di una forza europea permanente di guardie di frontiera che sostenga i paesi sotto particolare pressione migratoria e l’uso di euroforze per affiancare la missione di Frontex quando questa non è in grado di far fronte ad una pressione migratoria straordinaria;

3. un’unica politica estera, di sicurezza e di difesa europea, che includa una strategia per sostenere la stabilizzazione politica ed economica dei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, dotata di risorse e mezzi sufficienti per la sua attuazione.

L’UEF sottolinea che tali iniziative di lungo termine richiedono progressi verso un’ulteriore unificazione politica per assicurare responsabilità democratica ed una capacità decisionale efficace in questi campi.



* Comunicato stampa dell’Unione europea dei federalisti del 20 aprile 2015.

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