IL FEDERALISTA

rivista di politica

 

Sperare in una permanenza di armonia tra molti Stati indipendenti e slegati sarebbe trascurare il corso uniforme degli avvenimenti umani e andar contro l'esperienza accumulata dal tempo.

Hamilton, The Federalist

Anno XIX, 1977, Numero 4, Pagina 251

 

 

Congresso dell’Unione europea dei federalisti
(Bruxelles, 4-6 novembre 1977)
 
DOCUMENTO POLITICO DEL CONGRESSO
 
 
Il Congresso dell’U.E.F. decide:
a) di adottare un programma di politica europea ratificando la decisione del Comitato federale circa il manifesto per l’elezione europea e il Parlamento europeo, e circa il testo riguardante i paesi europei non membri della Comunità;
b) di scegliere una strategia basata sulla lotta per aggiungere all’elezione europea la moneta europea, mediante un piano di pre-unione e l’impegno di realizzare la moneta europea ad una data stabilita in anticipo;
c) di proporre, su queste basi, una azione comune a tutte le forze europeistiche, e in primo luogo al Movimento europeo, dichiarando la disponibilità dell’U.E.F. per tutte le correzioni necessarie per conseguire la maggior unità possibile su un programma d’azione efficace allo scopo di esercitare una pressione costante sul Parlamento europeo e di sostenere la parte del Parlamento europeo disposta a battersi per rendere efficace e irreversibile l’unità europea.
 
 
DOCUMENTO SULL’UNIONE ECONOMICO-MONETARIA
 
L’U.E.F. ritiene che le prossime elezioni europee potranno assicurare effettivamente il rilancio, indispensabile e urgente, dell’unificazione democratica dell’Europa solo se gli elettori saranno posti di fronte a scelte nette e precise per rispondere ai problemi concreti che li affliggono e che non trovano più soluzioni soddisfacenti nel quadro nazionale: in particolare, la disoccupazione crescente ed i disequilibri socio-regionali, resi sempre più insopportabili dall’inflazione persistente e differenziata da paese a paese, così come la divergenza delle economie colpite diversamente dalla crisi e dal disastro monetario.
Anche i federalisti appoggiano interamente il presidente della Commissione delle Comunità europee quando afferma che «dovremmo approfittare del periodo che precederà la prima elezione diretta del Parlamento europeo per rilanciare un ampio dibattito pubblico su ciò che l’unione monetaria può comportare».
In periodo di depressione i governi spinti dalle forze politiche nazionali che condizionano le loro possibilità d’azione sono costretti a intervenire per rimediare alle difficoltà immediate; ogni paese è tentato di trasferire una parte dei suoi problemi sui suoi vicini, ricorrendo a delle misure di protezionismo aperto o camuffato, come le manovre sui tassi di cambio.
Questa rinascita del nazionalismo economico e monetario contraddice le esigenze di una interdipendenza di fatto, che ha raggiunto un tal grado, soprattutto nel quadro comunitario, da essere praticamente irreversibile, a meno di accettare sconvolgimenti di una tale ampiezza che l’ordine democratico stesso sarebbe messo in discussione. Ritrovare le condizioni di uno sviluppo stabile ed equilibrato comporta pertanto che si agisca sulle cause fondamentali dell’attuale anarchia e che, al di là di un’unione doganale e di una politica agricola sempre più in pericolo, si riprenda senza più esitare la via dell’Unione economica e monetaria e dell’Unione politica, che ne condiziona la realizzazione e la sopravvivenza. Come ha affermato il presidente Jenkins «l’unione monetaria implicherebbe che una nuova autorità importante sia incaricata di gestire i tassi di cambio e le riserve esterne e di definire i grandi orientamenti della politica monetaria interna». Poiché ciò comporta contemporaneamente un trasferimento necessario alle autorità europee di competenze e di mezzi che consentono di rispondere alle esigenze di uno sviluppo nello stesso tempo coerente, decentralizzato e armonioso, l’U.E.F. afferma, per conto suo, che questa «autorità» non può essere che un esecutivo europeo autonomo, prefigurante un vero governo europeo, sostenuto da un Parlamento pienamente responsabile e da un dialogo permanente, al livello comunitario, con i grandi interlocutori sociali.
Solo un rilancio dell’Unione economica e monetaria, consentendo di superare la gestione quotidiana della crisi, darebbe alla Unione politica dell’Europa il suo pieno significato; risponderebbe alle esigenze dell’allargamento e assicurerebbe la possibilità di contribuire pienamente alla creazione di un nuovo ordine politico ed economico internazionale.
 
 
DOCUMENTO SULL’«ALLARGAMENTO»
 
Il Congresso dell’U.E.F., analizzate le prospettive di allargamento delle Comunità europee a seguito delle richieste d’adesione della Spagna, del Portogallo e della Grecia, approva senza riserve l’adesione di questi paesi alla Comunità, adesione che servirà non solo a consolidare la democrazia, ma anche a dare una nuova dimensione politica e culturale all’Europa; ritiene che l’allargamento esiga un ripensamento dei termini della costruzione europea e la messa in opera di una rinnovata volontà politica che consenta di oltrepassare l’attuale stato di stallo in cui si trova l’integrazione economica e politica dell’Europa.
 
 
RISULTATI DELLE ELEZIONI
 
Presidente: M. Albertini (224 voti a favore, 11 contro).
Comitato federale (membri titolari): O. Bardong (216), E. Boot (216), H. Brugmans (216), M. Dauwel (216), R. Dumont du Voitel (216), T. Jansen (216), C. Leiti (216), L. Levi (216), J. Pinder (216), G. Rhomberg (216), F. Rossolillo (216), L. Wagner (216), L. Wasescha (216), E. Wistrich (216), M. Wratschgo (216), G. Bruer (215), G. Eickhorn (215), N. Hart (215), C. Meriano (215), H. de Munk (215), W. Wessels (215), F. Dessart (214), R. Giesel (214), J.-P. Gouzy (214), L. Rienstra (214), G. Schmich (214), H. Funk (213), B. Goldsmith (213), G. Orsello (213), G. Wieck (213), S. Pistone (212), T. Caizzi (211), F. von Kekule (210), W. Kunnen (209), A. Peus (208), F. Petermann (207), C. Schöndube (203), J. Molenaar (202), I.C. Sebag (199), R. von de Beeten (196),C. Von der Herberg (192), J.P. van Iersel (185), B. Barthalay (170), J. Bossuyt (110).
Comitato federale (membri eletti dalle delegazioni nazionali, membri cooptati): M. Abad, O. Adler, L. Bolis, H. Cartan, V. Cidone, B. Coudret, J.C. Eggiman, M. van Emden, M. Greco, T. van Huysse, L. Kerngut, A. Krause, T.M. Loch, D. Magnant, P. Meuwly, H. Pawlik, B. Peeters, H. Scherr, M. Schrenger, R. van Schendel, U. Serafini, A.R.A. Theunissen, E. Thierno Galvàn, E. Thompson, J. Vidal Beneyto.
Comitato federale (membri supplenti): J. M. Dubos (232), A. Faber (232), O. Freitag (232), F. Fromm (232), R. Wyder (232), A. Gordiani (231), W. Hennig (231), O. Lowak (231), M. Malcovati (231), F. Praussello (231), G. Ruta (230), P. Smith (230), F. Paton (228), D. Debray (226), M.Rathey (226), C. Glöckner (225), F.J. Klein (225), E. Grasser (223), J. de Bont (216), T. Schoenmakers (215), P. de Rooy-Janse (197), H. Pfeil (146).

 

 

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