LE FEDERALISTE

revue de politique

 

XI année, 1969, Numéro 3-4, Page 173

 

 

UNA ELEZIONE PER L’EUROPA
Esposizione del significato e dei problemi del disegno di legge di iniziativa popolare per l’elezione unilaterale diretta dei delegati italiani al Parlamento europeo, a cura della Commissione Italiana del Movimento Federalista Europeo
 

 

 

CAPITOLO III
SITUAZIONE DEI PARTITI
E DELLE PERSONALITA’ POLITICHE ITALIANE
DI FRONTE AL DISEGNO DI LEGGE
 
 
 
Se il disegno di legge n. 706 arriverà alla discussione in aula, non dovrebbe trovare consistenti opposizioni, perché la quasi totalità della classe politica si è già dichiarata favorevole. Si tratta di un consenso che è andato crescendo attorno all’iniziativa dei federalisti nel corso della Campagna, come dimostrano le brevi note che seguono.
 
1. —   L’inizio della Campagna e i primi consensi della classe politica
La Campagna ebbe inizio, dopo una lunga preparazione in seno al M.F.E., il 15 aprile 1967, con l’invio a tutti i deputati e senatori del testo della proposta di legge, e con la apertura di un ampio dibattito alla base. Si registrarono subito le risposte positive di 127 parlamentari, tra cui quelle di cinque ministri e dodici sottosegretari (vedi elenco in Allegato 1), e una sufficiente risposta di base, nell’opinione pubblica e da parte degli amministratori locali.
Nel periodo precedente le elezioni politiche del 1968 i federalisti inviarono a tutti i candidati una richiesta di impegno, se eletti, a sostenere la proposta di legge. Ovunque i federalisti erano presenti con la loro organizzazione, le risposte dei candidati dello schieramento democratico furono quasi unanimemente positive. In questa stessa occasione si ottennero impegni pubblici, in occasione di comizi o per iscritto, dai maggiori responsabili dei partiti democratici tra i quali La Malfa, Malagodi, Nenni e Russo (vedi Allegato 2). P.S.I.-P.S.D.I. unificati inserirono nel proprio programma elettorale l’impegno a «promuovere entro il 1969 elezioni a suffragio universale e diretto delle delegazioni nazionali al parlamento europeo» (vedi Allegato 3).
 
2. —   La raccolta delle 50.000 firme per la proposta di legge di iniziativa popolare. L’impegno del Movimento Europeo e dei rappresentanti della democrazia di base.
Il successo della prima fase della Campagna permise alla Commissione Italiana del M.F.E. di prendere, il 23 giugno 1968, la decisione di far presentare la proposta di legge dal popolo stesso, a norma dell’art. 71 della Costituzione.
Il 3 ottobre 1968, il Consiglio Italiano del Movimento Europeo, con una dichiarazione del presidente, Giuseppe Petrilli, fece propria l’iniziativa dei federalisti.
Lo stesso giorno iniziò la raccolta delle firme a Milano, sotto il patrocinio del presidente dell’Amministrazione Provinciale di Milano, Erasmo Peracchi, e del Sindaco di Milano, Aldo Aniasi. Ovunque le autorità locali si misero al fianco dei federalisti nella raccolta ed autenticazione delle firme.
 
3. —   La presentazione della legge al Senato. Dichiarazioni dei capi-gruppo.
Il 15 febbraio 1969, il traguardo delle 50.000 firme fu raggiunto e l’11 giugno la proposta di legge venne consegnata nelle mani del Sen. Amintore Fanfani, Presidente del Senato.
Tutti i capi-gruppo presero posizione in aula. Si dichiararono favorevoli senza riserve i senatori Caron (DC), Pieraccini (PSI), Cifarelli (PRI), Parri (Sin. Ind.), Bergamasco (PLI), Franza (MSI). Sospesero il giudizio, in attesa di conoscere le modalità della proposta di legge i Senatori Fabbrini (PCI) e Di Prisco (PSIUP). A nome del governo espresse pieno appoggio all’iniziativa il Ministro del Tesoro, Emilio Colombo. Il Presidente del Senato Fanfani concluse la discussione affermando che «si darebbe una bella prova di attività e di sensibilità politica se il Senato potesse procedere all’approvazione del disegno di legge medesimo prima delle ferie estive» (vedi «Resoconto sommario della 148a Seduta pubblica del Senato della Repubblica» — Mercoledì 11 giugno 1969, Allegato 4, e, per le ripercussioni nella stampa estera, «Le Monde», 25 giugno 1969, Allegato 5).
 
4. —   L’XI Congresso della Democrazia Cristiana.
Nel corso del suo XI Congresso la Democrazia Cristiana approvò un ordine del giorno in cui tra l’altro si affermava che il «congresso ritiene urgente ogni iniziativa tendente ad assicurare… l’approvazione del progetto di iniziativa popolare per l’elezione, anche unilaterale, della rappresentanza al Parlamento europeo». L’O.d.G. è firmato da Scelba, Caron, Andreotti, Pedini, Petrilli, Spataro, Granelli, V. Colombo, C. Russo, Salvi, V. Russo, Giraudo, Piombino, Storchi, Bassetti, Sullo, Sarti, Bersani, Barbi, Falcucci, Bernassola, Scaglia, Martini, Foschi, Girardin, Bonalumi, Sferrazza, Fucili, Nobili, Scarascia, M.E. Martini, Ciccardini, Cuocolo, Zamberletti, Pastore, Curci, T. Anselmi, Battistini, Peracchi, Poli, Sabbatini, D’Angelo, Zanin, D’Ozio, Bianco, Nichele, Bertorelle, Trabucchi, Noè, Latini, Rotolo, Fracanzani, Ferragni, Fabbri, Lattanzio, De Poli, De Poi, Pavarin, Mulotto (vedi il testo dell’O.d.G., Allegato n. 6).
 
5. —   L’impegno del Presidente del Consiglio Rumor.
Nella presentazione del suo gabinetto alle Camere, il Presidente designato Rumor dichiarò, il 12 agosto, nel corso della sua replica al Senato ed in risposta ad una sollecitazione del Segretario della Commissione italiana Albertini (vedi telegramma 8 agosto, Allegato 7), che «il governo avrà bene presenti le indicazioni del Movimento Federalistico Europeo e del gruppo europeista del Senato, con particolare riguardo alle proposte, che con altre accoglie, per l’istituzione sollecita di un Parlamento europeo, a suffragio diretto» (vedi « Resoconto stenografico della 165a Seduta pubblica del Senato della Repubblica – 12 agosto 1969, Allegato 8).
Il 4 ottobre 1969, il Presidente del Consiglio Rumor, aderendo all’invito rivoltogli dal Comitato Centrale del Movimento Federalista Europeo, riunito a Milano, intervenne ai lavori dello stesso e rinnovò l’impegno a nome del governo per una rapida approvazione della proposta di legge (vedi Allegato 9).

 

 

 

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